Dati chiari e già parzialmente noti arrivano da Roma, dove Unioncamere, il Comitato Imprenditoria Femminile e la Camera di Commercio croata si sono incontrati nella giornata del 12 maggio, confermando il potenziale ancora perlopiù inespresso delle lavoratrici europee.
Il convegno, Gender equality and ESG principles in leadership management and decision-making process, ha messo sul piatto la ricerca sostenuta in aprile dall’Eurochambres Women Network (EWN). Questa ha evidenziato che il recente innalzamento della quota di presenza femminile al 30-40% nei consigli di amministrazione ha avuto il duplice merito di incrementare i rendimenti economici e di promuovere un management aziendale più responsabile ed ecosostenibile. Malgrado ciò la popolazione femminile, che nell’Unione Europea rappresenta più della metà della fascia con alta istruzione, continua a percepire uno stipendio inferiore del 13% rispetto a quello della controparte maschile.
A fronte di questi dati, si è parlato della nuova direttiva europea di fine 2022, che richiede alle grandi realtà economiche di adottare politiche più paritarie entro il 2026. Se il fenomeno del glass ceiling è sempre stato tra gli ostacoli principali del genere femminile, è ormai evidente il suo potere limitante anche nei confronti dell’imprenditoria in toto.
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