Banche europee mai così solide e con livelli di crediti deteriorati mai così bassi. E’ la fotografia scattata dall’Eba, l’Autorità bancaria Europea nell’ultima tornata di esercizi volti a valutare il livello di rischio nel settore del credito dell’Unione Europea (Risk Assessment report).
Un rapporto di 124 pagine, che ha coinvolto 123 di 26 Paesi Ue, di cui 12 banche tricolori, al termine del quale l’autorità europea conclude che a dispetto di un contesto generale che presenta persistente incertezza il settore bancario europeo si è dimostrato “resiliente”, dopo le turbolenze che lo scorso marzo avevano coinvolto i mercati a seguito dei fallimenti della Silicon Valley Bank e di altre banche statunitense oltre che del Credit Suisse in Europa. Soprattutto, secondo l’ultima misurazione condotta l’indicatore più utilizzato per valutare i livelli di solidità delle banche – il Coefficiente Cet1 , o Common Equity Tier One Ratio – ha raggiunto il 16%, che secondo l’Eba è “il massimo mai registrato”.
A sostenere questi rafforzamenti ha contribuito la redditività di fondo delle banche, che finora ha beneficiato dei rialzi dei tassi di interesse e dell’allargamento dei margini di profitto sul differenziale dei tassi (tra quelli a cui le banche si finanziano e quelli ai quali erogano prestiti). “Ma questo potrebbe aver raggiunto il punto di svolta”, avverte l’Eba. Nel frattempo la qualità delle attività su cui le banche sono esposte resta robusta, tuttavia anche qui la crescita economica a rilento e gli elevati livelli dei tassi di interesse creano “sacche di rischio”, come le chiama il rapporto. Ma proprio su questo aspetto va anche sottolineato come secondo lo studio nel periodo in esame il tasso di crediti deteriorati sul totale (Npl o Non performing loans ratio) sia calato a un nuovo minimo storico, con l’1,8% a giugno del 2023.
“Tuttavia durante la prima metà di quest’anno gli afflussi di Npl sono stati maggiori dei deflussi e le banche hanno continuato a riferire di una quota relativamente elevata di prestiti allo stadio 2 (il 9,1% del totale)”. Secondo l’Eba l’impatto del deterioramento del credito è più evidente sui prestiti alle famiglie e sui mutui. E intanto le preoccupazioni che circondano il settore immobiliare si stanno manifestando anche in accresciuti accantonamenti da parte delle banche sulle relative esposizioni. Un altro problema evidenziato dallo studio è quello dei rischi collegati alle politiche ambientali e di responsabilità sociale su cui spinge l’Unione Europea, che chiama “fattori Esg”.
Secondo l’Eba banche potrebbero ritrovarsi rischi nella fase di transizione su questi parametri e al tempo stesso l’integrazione di considerazioni Esg su finanziamento e attività di prestito potrebbero diventare “una fonte di rischi reputazionali” per le banche. I livelli di liquidità delle banche restano elevati ma stanno iniziando a normalizzarsi, dopo i picchi toccati durante le fasi di crisi causata da lockdown e restrizioni imposte a motivo del Covid. Secondo l’Eba intanto i costi di finanziamento sui mercati sono aumentati in linea con i rialzi dei tassi. Invece anche l’Autorità bancaria europea rileva come i tassi sui depositi bancari siano rimasti bassi rispetto ad altre voci, anche se ci si potrebbero attendere aumenti più in avanti. Infine, secondo lo studio va anche tenuto presente il problema dei crimini cibernetici e dei Cyberattacchi. Su questo si sono moltiplicati gli episodi di attacchi di hacker alle banche ma la percentuale di quelli risultati effettivamente efficaci è ritenuta bassa.