Intervista con il presidente Ape Confedilizia Palermo Giuseppe Cusumano

Rinnovando gli auguri per un buon 2024, riprendiamo la rubrica “Intervista Post” con l’Avv. Giuseppe Cusumano, Presidente di Ape Confedilizia Palermo (storica associazione dei proprietari di immobili in Italia), che con il Presidente di FIAIP Palermo, Marco Burrascano (insieme nella foto), ha stipulato una convenzione per la registrazione ed asseverazione dei contratti di locazione a canone concordato (tassazione al 10% e riduzione del 25% dell’IMU). Ape Confedilizia Palermo e FIAIP Palermo hanno pure partecipato alla manifestazione nazionale contro l’aumento delle rendite catastali.
 
Nel 2024 l’aliquota della cedolare secca sugli affitti brevi passa al 26% dalla seconda casa concessa in locazione. «Si tratta di una misura che sovraccarica l’impianto normativo e che genera un ulteriore aggravio impositivo a danno dei proprietari di casa», per il Presidente Cusumano che aggiunge: «Colpire gli affitti brevi non significa solo limitare le scelte di chi si sposta a scopo turistico, ma va a impattare su chi viaggia per motivi di lavoro o perché ha la necessità di pernottare un tempo limitato in una città diversa da quella di residenza per motivi familiari». La nuova aliquota al 26% «non solo non determinerà un incremento del gettito fiscale significativo (8,8 milioni di euro stimati), ma alimenterà il sommerso, come ha denunciato anche la Corte dei conti. Dunque, la scelta della cedolare secca al 26% non sarebbe vantaggiosa neppure per le casse dello Stato. Sarebbe poi la prima volta dal 2011, anno di introduzione della “tassa piatta”, che il legislatore inverte la rotta e concepisce una misura che penalizza i proprietari di casa e tradisce le ragioni per cui le aliquote sostitutive all’Irpef sono state concepite».
 
Sulla recente modifica alla Direttiva dell’UE sulle “Case Green”, secondo la quale saltano gli obblighi legati alle classi energetiche ed aumenta l’autonomia degli Stati Membri, Cusumano afferma: «rappresenta un importante sviluppo nel campo della normativa edilizia e del risparmio energetico a livello europeo. Si è passati da una linea rigida, fortemente contrastata dalla nostra Associazione, in cui si imponeva una ristrutturazione uniforme a livello europeo, ad un approccio più soft in cui ogni Stato membro adotterà una propria strategia nazionale per ridurre il consumo medio di energia primaria negli edifici residenziali». Precisa poi che gli obiettivi sono raggiungere meno il 16% entro il 2030 e meno il 20-22% entro il 2035. «Nel quadro della revisione del 2028, la Commissione europea valuterà se l’applicazione della direttiva, ha prodotto gli effetti desiderati verso il raggiungimento di un patrimonio edilizio completamente decarbonizzato e a emissioni zero entro il 2050. Ricordiamo che l’accordo raggiunto ha attualmente natura provvisoria, perché richiede l’adozione formale sia dal Parlamento Europeo che dal Consiglio. Una volta completato questo processo, la nuova Direttiva sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea ed entrerà ufficialmente in vigore. Successivamente gli Stati membri dovranno recepire la Direttiva».