La Lega chiede al titolare dello Sviluppo economico chiarimenti in merito all'interpretazione restrittiva fornita dalla Direzione generale per il mercato, la concorrenza, il consumatore, la vigilanza e la normativa tecnica del ministero dello Sviluppo economico sulla figura d'affari in mediazione immobiliare riformata con la legge europea 2018 (37/2019).
In risposta all'istanza di interpello inoltrata dall'Associazione Arco (Amministratori e revisori contabili) per sapere se l'agente di affari in mediazione immobiliare potrà o meno svolgere anche l'attività di amministratore di condominio in via professionale – tenuto conto del nuovo regime delle incompatibilità introdotto dal riformato, grazie alla legge europea 2018 (articolo 2, l. 37/2019) articolo 5, comma 3, della legge n. 39 del 1989 – lo scorso 22 maggio 2019, la direzione generale per il mercato, la concorrenza, il consumatore, la vigilanza e la normativa tecnica, divisione VI – registro imprese, regolazione e servizi digitali alle imprese del ministero dello Sviluppo economico, ha ritenuto che, anche in relazione a questa nuova disciplina, permanga l'incompatibilità di questa attività professionale con quella di amministratore condominiale, "sia ove quest'ultima venga intesa come professione intellettuale afferente al medesimo settore merceologico per cui viene esercitata la mediazione (rientrando, quindi, l'incompatibilità nell'ipotesi della lettera c) del nuovo articolo 5, comma 3, legge n. 39 del 1989), sia ove venga considerato l'aspetto imprenditoriale di rappresentanza di beni afferenti al medesimo settore merceologico (rientrando, quindi, nell'ipotesi di incompatibilità della lettera a) del nuovo articolo 5, comma 3, legge n. 39 del 1989)". Inoltre, trattandosi comunque di "evidente conflitto di interesse per il mediatore immobiliare che, contemporaneamente a curare per il proprio cliente la vendita/acquisto di un immobile, lo amministra e lo gestisce per conto del condominio (lettera d) del nuovo articolo 5, comma 3, legge n. 39 del 1989)".
E’ quanto viene riportato dall'interrogazione a risposta orale depositata a Montecitorio dall’On. Giorgia Latini (Lega) che chiede al governo, in particolare al ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, di intraprendere iniziative su questo tema, in quanto l'interpretazione della divisione VI del MISE appare, oltre che restrittiva, "in contrasto con la ratio che ha portato il legislatore alla riforma dell'articolo 5, comma 3 della legge n. 39 del 1989 e, più in generale, con l'orientamento espresso dalla Commissione europea nella procedura di infrazione n. 2018/2175".
Roma, 20 giugno 2019
Fonte: Ufficio Stampa