Di Pierpaolo Molinengo
Mentre da più parti continua a rimanere alta l’attenzione sul rischio mutui in Italia, arriva una voce che si contraddistingue dal coro.
«Le sofferenze crescono dell’8,5% in un mercato di erogazione dei mutui che cresce a doppia cifra. Se il debito delle famiglie cresce di più del 10% l’anno e le sofferenze meno del 10% l’anno, allora il grado di rischio si sta riducendo» ha spiegato Pietro Modiano, direttore generale di Intesa San Paolo, a margine di un convegno che si è tenuto a Milano su uno studio di Bankitalia, sulle sofferenze delle famiglie italiane nel pagamento dei mutui.
«Siamo preoccupati come tutti – ha continuato Modiano – che dietro i dati si nascondano delle difficoltà. Noi siamo in linea con la situazione generale che in termini assoluti non è preoccupante».
Nel frattempo arriva la notizia che la Banca centrale europea (Bce) e quella amer icana (Fed) stanno lavorando in maniera opposta sul fronte dei tassi d’interesse, anche se le linee di azione non appaiono conflittuali.
Il numero uno dell’istituto di Francoforte, Jean Claude Tichet, ha lasciato invariato il costo del denaro al 4%, anche se ha avvertito che agirà in modo preventivo con nuovi aumenti se sarà necessario affrontare l’inflazione. Il presidente della Fed, Ben Bernanke, che si è detto pronto a intervenire |
anche in modo deciso sull’attuale tasso d’interesse ora fermo al 4,25% per contrastare la possibilità di una recessione negli Stati Uniti.
Le due banche centrali continueranno comunque a lavorare insieme: il 17 e il 31 gennaio saranno portate avanti dalla Bce nuove azioni concertate con la Fed, per cercare di arginare la mancanza di liquidità in dollari, con una immissione sul mercato di 10 miliardi nella valuta statunitense. |