L`appuntamento e` fissato per mercoledi` 6 giugno: quel giorno la Banca centrale europea si riunira` a Francoforte e, a meno di imprevedibili sorprese, alzera` ancora una volta i tassi dell`Eurozona portandoli al 4%. Con buona pace di chi ha acceso un mutuo immobiliare a tasso variabile, che dovra` sobbarcarsi maggiori interessi per restituire il prestito.
Presi tutti assieme, i sette rialzi compiuti da Jean-Claude Trichet e soci dal dicembre 2005 e quello in arrivo appesantiranno la rata mensile di un mutuo medio (finanziamento di 120mila euro da restituire in 20 anni) di 130-140 euro. Secondo le attese degli analisti, poi, la marcia della Bce non si dovrebbe esaurire qui (nel precedente ciclo rialzista, quello del 2000, i tassi si erano spinti fino al 4,75%).
Tutto questo, per ora non sembra aver pero` scoraggiato gli italiani: nel 2006, stando ai dati forniti dalla Banca d`Italia, l`importo erogato alle famiglie per l`acquisto di abitazioni e` infatti aumentato dell`11,7% rispetto all`anno precedente «e il 2007 – sostiene Renato Landoni, amministratore unico di Kiron, la rete di mediazione creditizia di Tecnocasa – non dovrebbe essere di molto inferiore, con un tasso di crescita comunque a due cifre».
E a differenza di cio` che succede altrove (in Usa, con il fenomeno sub-prime, ma anche Spagna), nel nostro Paese una crisi di solvibilita` non sembra per il momento all`orizzonte. In base ai dati del Crif (la centrale rischi finanziari) nei primi sei mesi del 2006 il tasso di sofferenza e` infatti rimasto sul livello “fisiologico dell`1,5% ed e` improbabile che salga in modo significativo a breve, anche perche` in Italia il segmento dei mutui per la clientela meno affidabile e` praticamente inesistente.
A cambiare sono invece le abitudini dei risparmiatori: la paura del caro-rata favorisce il tasso fisso, mentre la necessita` di contenere l`esborso viene superata con l`allungamento del periodo di ammortamento del prestito. Secondo il broker MutuiOnline, il 65% degli italiani che ha acceso un finanziamento in questo primo scorcio del 2007 si e` affidato alla sicurezza della rata fissa: soltanto due anni fa la situazione era capovolta e il variabile non aveva rivali. La meta` dei mutui stipulati, inoltre, ha una durata superiore ai 20 anni, mentre i prestiti a 30 e 40 anni (praticamente inesistenti soltanto 5 anni fa) sono ormai un terzo.
Effetti indotti dalla crescente concorrenza, che in questi ultimi anni ha portato le banche a introdurre prodotti innovativi (soprattutto sul fronte della durata) e ad abbassare i prezzi praticati: oggi in fondo si puo` accedere a un finanziamento pagando anche spread dello 0,7% rispetto al tasso di riferimento e allungare le scadenze non e` piu` penalizzante come un tempo.
Fonte:Il Sole 24 Ore