Leggiamo su L’Eco di Bergamo, 6/11/08
"A un certo punto i toni si sono accesi, anche se, visto il tema, sarebbe più corretto dire «impennati». Sul tavolo della terza Commissione consiliare, ieri sera, è arrivata infatti, la ratifica dell’accordo di programma per la nuova sede della Provincia, sottoscritto lo scorso 21 ottobre, con quel dettaglio – gli 88 metri posti come limite massimo in altezza – prevedibilmente a rischio per l’iter dello stesso provvedimento. E se alla fine l’accordo è stato votato (con i voti favorevoli della maggioranza, quello contrario di Belotti e le astensioni di Gallone e D’Aloia), il pepe non è comunque mancato. Perché, come si sente ripetere spesso, di mezzo «c’è il futuro di Bergamo».
A dare fuoco alle polveri è un combattivo Mario Girola che, a nome del gruppo degli indipendenti, chiede, subito supportato da Daniele Belotti e Alessandra Gallone, il rinvio della delibera per una questione pregiudiziale: «Prima il consiglio straordinario su Porta Sud e poi la ratifica sulla nuova sede: il contrario rappresenterebbe una grave scorrettezza». Niente da fare: «Lo stralcio per la nuova sede – obiettano dalle parti della maggioranza – era stato deciso dal Consiglio comunale, ogni modifica sarebbe quindi illegittima, mentre di fatto la seduta straordinaria su Porta Sud avrebbe potuto essere abbinata al Consiglio ugualmente straordinario dedicato all’urbanistica, mentre si è deciso di mantenerli separati di concerto con i capigruppo e su richiesta di Giuseppe Anghileri».
Risultato: mozione respinta e Girola che per protesta, oltre a non partecipare alla votazione, non partecipa nemmeno alla discussione. Il pepe vero? Arriva con Daniele Belotti, naturalmente. Che, prima ribadisce le note posizioni della Lega sul «mausoleo del Betù», quindi presenta una raccomandazione (respinta) – nella quale invita l’Amministrazione a «rispettare le prescrizioni stabilite dal Pgt in merito alla fruibilità visiva del paesaggio, riducendo l’altezza della nuova sede e a rivedere le scelte formulate approfondendo con uno studio ambientale le diverse ipotesi realizzative – e, infine, si inventa pure un siparietto con il progettista di Porta Sud Giuseppe Marinoni. Hai voglia – come tenta di fare lo stesso architetto affiancato dal presidente Claudio Bonfanti – a spiegare le motivazioni che hanno portato a questa scelta; a prendersi le «responsabilità intellettuali» di un orientamento legato alla collocazione strategica anche rispetto all’aeroporto e alla volontà di realizzare qui il nuovo centro di Bergamo, segnandolo con un elemento di discontinuità; lui, Belotti, liquida tutto alla sua maniera, bollando la scelta come «politica-intellettuale e radical chic».
Tutto sommato, alla fine qualche risultato, però lo ottiene visto che l’azzurro Gianfranco Baraldi, dopo aver dichiarato di essere a favore dell’accordo di programma, aggiunge che «farà tutto quanto sarà in grado di fare perché l’altezza della sede venga ridotta». Anche per il capogruppo di Rifondazione Paolo Scanzi (che sulla raccomandazione si è astenuto) l’obiettivo deve essere quello indicato dal Pgt e cioè la tutela dello skyline di Città Alta: «Se il progetto finale non rispetterà questa indicazione – ha aggiunto – il nostro parere sarà contrario». In stand by An: «Serve un approfondimento», spiega Alessandra Gallone, mentre a favore della «sperimentazione architettonica» sono un po’ tutti gli altri: dal presidente della commissione Luciano Ongaro a Eugenio Aversa (Lista Bruni). «La città – aveva detto riassumendo le posizione della maggioranza l’assessore all’Urbanistica Valter Grossi – deve conservare le sue prerogative in maniera ottimale, confrontandosi però con la contemporaneità: il Pgt è lo strumento che ci consente di farlo con scelte strategiche e progetti di qualità, ma con il minimo impatto nello skyline».
E. Fa."