Il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri tramite il Microcredito di Libertà promuove l’inclusione sociale e finanziaria delle donne che hanno subito violenza, agendo su quella particolare forma che è la violenza economica, ovvero il controllo esercitato sull’autonomia di una persona, al fine di renderla completamente dipendente da sé, come accade quando un uomo impedisce alla donna di lavorare, di gestire il suo denaro, o la costringe a sottoscrivere impegni economici.
La misura si rivolge alle donne residenti in Italia (in regola con le leggi italiane) assistite dai Centri Anti Violenza oppure ospiti nelle Case Rifugio che non troverebbero facilmente accesso al tradizionale credito bancario.
Alle donne viene offerto:
- un finanziamento a tasso zero per superare una momentanea difficoltà finanziaria o per avviare o sviluppare iniziative imprenditoriali;
- assistenza gratuita di un tutor di microcredito, sia nella fase istruttoria che durante il periodo di ammortamento;
- corsi gratuiti di formazione all’educazione finanziaria e all’autoimprenditorialità.
Troviamo quindi tra le spese ammissibili, ad esempio, le spese mediche, le spese per l’istruzione scolastica e la formazione propria e dei figli, le spese connesse alla ricerca di una nuova situazione abitativa, le spese per la messa a norma degli impianti della propria abitazione principale e per la riqualificazione energetica, le spese per i servizi di trasporto; ma anche le spese per l’acquisto di beni (incluse le materie prime) o servizi connessi all’attività e alla vendita, le spese per il pagamento di retribuzioni di nuovi dipendenti soci lavoratori e quelle per corsi di formazione aziendale.
Sarà possibile accedere all’incentivo fino all’8 novembre 2024.
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