Verso il rush finale per la direttiva europea Epbd ( Energy performance of buildings directive)
Quasi 1,6 milioni di edifici energivori. Secondo le stime ufficiali, in Italia il 53% delle abitazioni è stato costruito prima del 1970, il 31% tra il 1971 e il 1990, il 7,4% tra il 1991 e il 2000, e circa l’8% nel ventennio successivo. Un parco immobiliare vetusto, dunque, che richiederebbe interventi di notevole portata per l’adeguamento energetico.
Con l’ultima bozza di accordo decisamente più flessibile, invece, agli Stati membri spetterà di elaborare piani di ristrutturazione entro il 2050, con scadenze intermedie e target di riduzione dei consumi di energia. Senza più l’obbligo di aderire all’armonizzazione delle certificazioni energetiche a livello europeo e quindi nessuna ristrutturazione obbligatoria. Il cuore della direttiva europea sulle case green è sostanzialmente saltato nei giorni scorsi, dopo una trattativa infinita tra i negoziatori di Commissione, Parlamento e Consiglio Ue. Ora, dopo il trilogo di Granada, entro dicembre restano ancora da sciogliere alcuni nodi non secondari. Come la definizione della percentuale di risparmio medio di energia primaria da raggiungere entro il 2030 e il 2035 (per proseguire verso l’obiettivo di zero emissioni nel 2050) e come la determinazione delle agevolazioni fiscali con cui sostenere le famiglie chiamate a ristrutturare i propri immobili.
Intanto é stata pubblicata in Gazzetta ufficiale europea la direttiva Epbd, in virtù della quale gli Stati membri dell’Ue dovranno adoperarsi affinchè il consumo complessivo di energia finale degli enti statali e delle sue propagini locali, nel loro insieme sia ridotto almeno del 1,9% all’anno. E sul riscaldamento globale e l’efficientamento energetico il Governo conferma che è realisticamente dovere di tutti contribuire all’attuazione dell’accordo di Parigi: “Non vi è dubbio che sia dovere di tutti noi contribuire all’attuazione dell’Accordo di Parigi con la massima ambizione possibile, agendo con risolutezza entro il 2030 per ridurre le emissioni globali e procedere verso una traiettoria chiara di neutralità climatica. Un’azione ambiziosa per il clima è una azione equa, poiché riduce i rischi associati al riscaldamento globale, proteggendo i più vulnerabili dagli impatti peggiori”. Il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, lo ha sostenuto nel suo intervento alla Plenaria di apertura della Pre-COP28 ad Abu Dhabi. “L’equità dovrebbe essere un fattore che favorisce la massima ambizione possibile di tutti i governi. Tutti dobbiamo contribuire, e certamente in particolare quelli che attualmente emettono quote elevate di emissioni globali”, sottolinea il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Pichetto Fratin.
Roma, 30 Ottobre 2023
Fonte: Ufficio Stampa