I due anni trascorsi dall’ultima edizione di questo rapporto sono stati segnati da crisi e cambiamenti inaspettati: l’invasione dell’Ucraina ha portato in tutta l’Unione Europa una serie di circostanze straordinarie – una crisi dei rifugiati e una crisi energetica, oltre alle conseguenze della gestione dell’impatto della pandemia, tutti fattopri che hanno ampliato i problemi di lunga durata presenti nel Vecchio continente relativi all’accessibilità economica alle abitazioni da parte dei cittadini con meno reddito, penalizzati anche dal caro energia.
Tuttavia è ancora necessario uno sforzo significativo. In alcuni paesi sono stati resi disponibili finanziamenti pubblici attraverso l’uso delle risorse dell’UE provenienti dai fondi per la resilienza e la ripresa (ad esempio in Belgio, Spagna e Italia). Ed il contesto attuale è segnato da costi sempre più insostenibili per le costruzioni e le ristrutturazioni, a cui ultimamente si è aggiunto il crescente costo dei tassi di interesse dei mutui per l’accesso alle abitazioni Questi elementi combinati stanno causando il rinvio o il ritardo di molti progetti se non del tutto abbandonati. In Germania, ad esempio, ciò comporterà probabilmente una riduzione dei progetti di ristrutturazione di un quarto e delle nuove costruzioni di un terzo rispetto alle attività pianificate per il prossimo anno 2024.
La carenza di alloggi sociali a prezzi accessibili arriva in un momento in cui i cittadini europei stanno già lottando per far fronte alla crescente inflazione che sta provocando una vera e propria “crisi del costo della vita”. Oggi gli attuali aumenti dei prezzi colpiscono più duramente le famiglie a basso reddito, come quelle che tipicamente vivono in alloggi sociali, che tendono a spendere la quota più alta del loro budget in beni essenziali come energia e cibo.
Nel contesto attuale sono state adottate misure aggiuntive da parte di chi gestisce nel vecchio continente gli alloggi pubblici, cooperativi e sociali per sostenere i propri residenti: ad esempio in Danimarca, Finlandia, Svezia gli alloggi pubblici e no-profit non hanno visto l’indicizzazione degli affitti al loro tasso abituale, e lo stesso vale per le cooperative edilizie in Italia che hanno anche istituito fondi di solidarietà per sostenere chi non riesce a tenere il passo con l’aumento delle bollette energetiche. I fornitori di alloggi hanno collaborato con i propri residenti per aiutarli a ridurre il consumo di energia e ad accedere ai sussidi disponibili.
Christian Krainer, vicepresidente dell’Osservatorio Housing Europe e rappresentante di GbV, Austria, ha spiegato che il settore, a profitto limitato nel suo paese, è già riuscito a ristrutturare il 96% di tutte le abitazioni costruite prima del 1980, ma ora è il momento di accelerare la decarbonizzazione dei sistemi di riscaldamento – costruendo allo stesso tempo nuove abitazioni a prezzi accessibili. Per quanto riguarda le soluzioni da adottare, ritiene che l’approccio distrettuale debba essere prioritario rispetto a quello mono-edifico e indica come via da seguire le innovazioni tecniche come la costruzione modulare.