È corretto sostenere che questa modifica legislativa rappresenta un passo indietro per l’intero settore dell’intermediazione favorendo i grandi gruppi imprenditoriali?
“No, è esattamente il contrario in quanto oggi solo i grandi gruppi imprenditoriali sono favoriti perché solo loro possono svolgere tutte le attività citate tramite differenti società, tra cui, appunto, la mediazione creditizia e immobiliare, mentre alle agenzie immobiliari tale possibilità, prima della riforma, era preclusa. Con questa legge, perciò, si consente, indiscutibilmente, anche alle piccole-medie imprese di intermediazione, ovvero circa l’80% delle Agenzie Immobiliari Italiane, di erogare un servizio in più, quello in ambito creditizio, e quindi aumentare le proprie entrate, opportunità prima preclusa”. È giusto affermare che questa riforma introduce la possibilità per le “grandi” società di mediazione creditizia di entrare nel mondo dell’intermediazione immobiliare generando un conflitto di interessi? “No, i soci o proprietari delle “grandi” società di mediazione del credito potevano già essere anche soci o proprietari di agenzie immobiliari (consentendo, di fatto, di operare contemporaneamente nel settore della mediazione creditizia e in quella immobiliare), essendo, tale possibilità, già normativamente consentita prima della riforma. Infatti, già da diversi anni, sono presenti e attivi sul mercato, grandi gruppi imprenditoriali che operano contemporaneamente sia nel settore dell’intermediazione immobiliare che in quella creditizia (Tecnocasa-Kiron, Gabetti-Monety, Remax-24Max, ecc…). Pertanto, chi sostiene che con questa legge si è generato un conflitto di interesse tra mediazione immobiliare e quella creditizia (che di fatto non può esistere in maniera preventiva e pregiudiziale considerando che si tratta di attività di mediazione imperniata, per sua natura giuridica, sulla terzietà e imparzialità), è bene ricordargli che questo eventuale potenziale “conflitto”, era già presente prima della riforma, ma prima mai sollevato”.