“La pandemia sta mettendo a rischio 200mila posti di lavoro nel settore immobiliare”. Lo ha sostenuto oggi Mario Condo’ de Satriano, Vicepresidente nazionale vicario e Presidente del Centro Studi FIAIP nel corso della presentazione, del rapporto immobiliare relativo al 2019. La stima, ha spiegato alla stampa il vicepresidente della Fiaip (Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali), è condizionata alla prosecuzione della chiusura e il 4 maggio combinata con l’assenza di provvedimenti ad hoc per il real estate. ‘Sono 65mila – ha aggiunto Condo’ – i contratti di locazione tra privati e circa 20mila i trasferimenti immobiliari che non e’ stato possibile perfezionare a causa dell’emergenza Covid-19.
Il procrastinarsi dei provvedimenti di chiusura oltre il 4 maggio e la mancanza di provvedimenti ad hoc sull’immobiliare mettono a rischio 200.000 posti di lavoro nella filiera immobiliare
La totale paralisi della filiera immobiliare si innesta su un comparto già in forte crisi dal 2011 e ancora in essere, dove, nel silenzio generale della comunità economica e politica, ha perso oltre 700.000 posti di lavoro.
La chiusura dei cantieri e delle agenzie immobiliari, ha di fatto azzerato il numero dei contratti di compravendita e di locazione nel mese di aprile e questo trend proseguirà fino all’inizio della Fase 2; gli atti di trasferimento immobiliare proseguono grazie all’attività dei Notai ma sono riferibili esclusivamente ad accordi raggiunti e/o a preliminari stipulati antecedentemente ai provvedimenti restrittivi emanati dal Governo.
Sono circa 65.000 i contratti di locazione di varie tipologie che non si sono potuti perfezionare e circa 20.000 quelli relativi ai trasferimenti immobiliari che non si sono potuti effettuare a causa dell’effetto Coronavirus, ma che si effettueranno al termine del lockdown.
Forte il disagio di quei cittadini che erano in procinto di trasferirsi per lavoro o di chi deve liberare l’abitazione già venduta ed entrare in quella appena acquistata. Nella gestione di tali situazioni avrà un ruolo di strategica importanza l’attività dell’agente immobiliare nel cercare mediazioni finalizzate alla proroga volontaria dei termini contrattuali che consentano di evitare il forte rischio di contenzioso legale.
L’attuale crisi pertanto si innesta su quella precedente, il nostro Paese dal 2011 è ultimo in tutte le classifiche Europee, i dati economici già gravi e una pressione fiscale complessiva pari al 64% oltre all’attuale situazione di blocco, porteranno molti negozi e piccole imprese verso la chiusura.
I dati dell’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) ci segnalano dall’inizio della pandemia un calo del Pil pari al 15%, questo dato è significativo per cercare di comprendere la capacità futura delle famiglie italiane di accedere al credito per l’acquisto della prima casa d’abitazione o per le imprese di ricorrere ad investimenti strutturali per l’ampliamento della propria attività.
Da segnalare, inoltre, come il ricorso allo smart working e quindi al lavoro da casa, cambierà la prospettiva lavorativa di molti impiegati permettendo alle aziende di ridurre i costi di locazione dei propri uffici tramite la riduzione dei metri quadri locati o mediante la dismissione di alcune unità decentrate.
Come logica conseguenza di quanto esplicitato è probabile una consistente contrazione dei prezzi di locazione per gli uffici, con un altrettanto forte riduzione dei metri quadri richiesti dalle aziende, mentre per quanto riguarda i negozi è necessario distinguere tra quelli della ristorazione in genere (bar e ristoranti) per cui si prevedono numerose mancate riaperture e quelli dell’alimentare che, invece a causa della ridotta mobilità, che proseguirà anche nella fase di riapertura, potranno non solo “resistere” ma probabilmente vedranno aumentare le vendite.
In ogni caso è difficile e forse improbabile immaginare una riduzione dei prezzi da parte dei locatori, già strozzati da una tassazione immobiliare altissima che tra l’altro ha visto da parte dell’attuale Governo l’eliminazione della cedolare secca per i negozi.
Al di là degli sviluppi della crisi e dei suoi riflessi sul mercato immobiliare, la propensione all’investimento immobiliare da parte degli italiani si è maggiormente rafforzata, sicuramente a causa dell’incertezza dei mercati finanziari sottoposti alla globalizzazione, ma anche per una nuova consapevolezza che vede nell’acquisto della propria abitazione l’approdo in un luogo sicuro per sé e per la propria famiglia.
Roma, 22 aprile 2020
Fonte: Ufficio Stampa