FIAIP – SOLO AFFITTI: UNIVERSITA’, AFFITTI ALLE STELLE. FINO A 630 EURO A STANZA, CANONI AUMENTATI DEL 23%

A Montecitorio presentato un pacchetto di proposte per allargare l’offerta e calmierare i canoni per gli ‘studenti fuori sede’. Fiaip e Solo Affitti propongono di introdurre una fiscalità di vantaggio, migliorare la mobilità degli studenti e valorizzare gli atenei meno inflazionati

 

Questa mattina presso la sala stampa della Camera dei Deputati si è svolta la conferenza stampa dal titolo “Affitti studenti: strategie e proposte per far fronte all’emergenza abitativa”, organizzata da FIAIP e Solo Affitti Spa nella quale sono intervenuti oltre il Presidente Nazionale Fiaip, Gian Battista Baccarini e l’Amministratore delegato di SoloAffitti Spa, Silvia Spronelli, l’On. Alice Buonguerrieri, componente della II Commissione Giustizia della Camera dei deputati e la Rettrice dell’Università degli Studi di Ferrara, Laura Ramaciotti.

ANALISI E PROPOSTE
Tempi duri per gli studenti fuori sede e per le loro famiglie: i prezzi medi degli affitti nelle principali città sede di ateneo sono in continua salita, nonostante le proteste degli universitari rimaste di fatto inascoltate. Per una stanza singola si arriva a pagare anche 630 euro. Il canone medio, aumentato del 23 per cento in un anno, è di 372 euro. Per una camera doppia l’affitto medio è di 283 euro: in questo ultimo caso l’aumento, rispetto al 2023, si assesta al 26%.

È aumentata la domanda – del circa 30% in un anno – è lievemente diminuita l’offerta – del 10%, si spende molto di più di quanto si fosse preventivato, ma soprattutto scegliere piccole città universitarie o andare a vivere in zone periferiche dei grandi centri fa risparmiare fino al 40% in meno rispetto alle grandi città universitarie. Questa è la fotografia scattata dal centro studi di SoloAffitti in collaborazione con la FIAIP – Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali – presentata questa mattina alla Camera.

Nel corso della conferenza stampa, oltre alla presentazione dell’indagine dalla quale è emersa la necessità di rafforzare le infrastrutture per facilitare la mobilità fuori sede e l’opportunità di valorizzare dipartimenti distaccati e atenei universitari ubicati in centri urbani più vivibili e sicuri, in virtù della crescente disponibilità degli studenti in questa direzione, sono state presentate due proposte a livello normativo orientate ad introdurre una fiscalità di vantaggio sia per i proprietari che per gli studenti al fine di favorire l’aumento dell’offerta abitativa e nel contempo rendere più sostenibile il pagamento dell’affitto, più dettagliatamente è stato proposto:

1. l’esenzione dell’IMU a favore dei proprietari che affittano a studenti universitari fuori sede tramite la stipula di contratti di natura transitoria (da 6 a 36 mesi); tramite la leva fiscale si vuole incentivare ad affittare a studenti fuori sede, riferendosi a quei proprietari che, ad oggi, scelgono altre tipologie di locazione o, addirittura, preferiscono lasciare le case vuote (l’ISTAT indica che su 35 mln di abitazioni in Italia ce ne sono 9,5 mln sfitte).

2. l’aumento della detrazione, a favore dello studente-inquilino, dal 19% al 30% sul canone di locazione annuo su di un massimo di 6000 euro e non di 2633 euro (portando il risparmio annuale da 500 a 1800 euro ovvero un beneficio per lo studente di 150 euro mensili e non di 40), mantenendo gli attuali limiti reddituali e lasciando esteso il beneficio, come già accade oggi, ai genitori ovvero a chi di fatto paga l’affitto e anche nel caso dell’affitto di una sola stanza.

I NUMERI
Gli studenti, in Italia, sono 1.960.821 considerando l’anno accademico 2023/2024 di cui 1.112.174 donne, quindi il 57% del totale. Le università nel nostro paese sono 110 e le province con atenei sono 54. Gli universitari fuorisede – secondo i dati del Ministero dell’Università e dellas Ricerca- sono 446.600, in crescita rispetto al 2023 del 14%. Va precisato che il dato fornito dal MUR non fotografa appieno la dimensione del fenomeno perché non tiene conto degli studenti che, pur risiedendo nella stessa regione nella quale ha sede l’Università, cercano casa in affitto perché abitano comunque in una città distante dal luogo di studio. Non esistono fonti ufficiali sul numero di universitari che prendono casa in affitto per motivi di studio, ma possiamo stimare che questo arrivi ad almeno 650.000 studenti. Secondo l’analisi di Cassa depositi e prestiti, addirittura la popolazione studentesca universitaria fuori sede ammonterebbe oggi a 830.000 unità. Passando agli alloggi, i posti letto negli studentati sono 85mila circa il 19% del fabbisogno effettivo, mentre la stragrande maggioranza dei ragazzi si rivolge ai privati.

Per monitorare il fenomeno SoloAffitti realizza ogni anno una ricerca specifica sul tema Housing degli studenti: anche quest’anno il fenomeno più rilevante registrato è quello del netto aumento delle richieste di stanze (+ 30%) verso una lieve flessione dell’offerta (-10%). L’aumento della richiesta di affitto degli studenti universitari si inserisce nel contesto della generalizzata situazione di emergenza abitativa che il nostro Paese sta affrontando già da alcuni anni: è esploso il numero di persone che cerca casa in affitto, a fronte di un’offerta insufficiente a soddisfare la domanda. Situazione, questa, che ha determinato negli ultimi anni il progressivo aumento dei canoni. La pressione della richiesta ha portato, anche nel mercato degli affitti a studenti universitari, ad un ulteriore aumento dei prezzi dei posti letto, incidendo sempre di più sul bilancio familiare.

Il canone medio per la stanza singola nelle città universitarie italiane è pari a 372 euro, con una crescita rispetto all’anno scorso di 69 euro (il 23% in più), mentre un posto letto in camera doppia, con i 283 euro al mese di quest’anno, registra, rispetto al 2023, un incremento del 26%.

Chi paga il prezzo più alto per una camera singola sono gli studenti che prendono casa a Milano, che devono farsi carico, in media, di un canone 630 euro. Milano, però, è anche l’unica, fra le grandi città, a registrare una, seppur lieve, flessione del canone medio rispetto allo scorso anno (- 2%), dovuta al combinarsi di due fattori: da un lato il fatto che i canoni avevano già raggiunto lo scorso anno un livello prossimo al massimo sostenibile per il mercato; dall’altro l’effetto calmiere esercitato dal nuovo Accordo Territoriale di Milano che, estendendo il canone concordato anche alle stanze per studenti, ha contribuito a contenere gli aumenti.

A Roma l’affitto medio di una singola è di 600 euro al mese. La Capitale ha registrato un +34%rispetto al 2023. 500 il canone medio a Bologna (+5%) e a Firenze (+15%), 433 il canone medio di Torino (+31%) e 400 quello di Napoli (+15%).Va meglio nelle città universitarie di provincia, dove il canone medio per una camera singola scende a valori compresi fra i 200 e i 350 euro.

I PICCOLI CENTRI
In alcune di queste città la popolazione universitaria ha un’incidenza importante sul numero di abitanti: è il caso, ad esempio, di Siena, dove gli studenti rappresentano il 14,2% della popolazione e dove il canone medio per una stanza è di 300 euro al mese e di Pisa, dove l’incidenza arriva addirittura al 16,4%, con un canone medio di 375 euro. In queste città l’Università rappresenta
evidentemente un asset importante anche per l’economia locale. In media gli studenti rimangono nella stanza presa in affitto per due annualità, per poi cambiare alloggio o soluzione abitativa. Fra le caratteristiche che influiscono nella scelta dello studente di una stanza rispetto a un’altra, il 71% degli universitari indica come fondamentali la vicinanza all’università o la vicinanza ai mezzi pubblici, elementi che prevalgono sulla presenza di un arredamento moderno (23%) sulla dotazione di wi-fi (15%) e sulla disponibilità di lavatrice o lavastoviglie (10%).

Le spese universitarie pesano notevolmente sul bilancio familiare: le famiglie – stando allo Studio – si aspettano una cifra inferiore al canone attualmente in vigore nel libero mercato: per la metà di loro la spesa sostenuta per l’affitto si discosta di oltre il 20% rispetto alle attese. Il Rapporto di SoloAffiti evidenzia, dunque, la centralità del fattore logistico e, al contempo, la disponibilità degli studenti a prendere casa anche in zone distanti dall’Università, purché ben collegate, potendo così contare su canoni più contenuti e accessibili. È il caso di San Mauro Torinese, dove una stanza singola costa il 40% in meno di una  stanza singola a Torino, di Rozzano, dove gli studenti delle università milanesi possono trovare una stanza singola ad un canone inferiore del 25% rispetto ai prezzi di Milano e di Ladispoli, dove molti studenti che frequentano le università romane trovano alloggio, risparmiando in media il 25%.

“Oggi l’Italia dispone di una rete universitaria diffusa – dichiara Silvia Spronelli, Amministratore delegato di SoloAffitti Spa – con facoltà, sedi distaccate di grandi università e atenei indipendenti distribuiti in oltre 170 città. La valorizzazione di questi poli, che spesso propongono un’offerta formativa di alto livello e la creazione di un sistema di servizi per gli studenti nelle città di provincia, permetterebbe una distribuzione della richiesta di alloggi per studenti fuori sede più omogenea, consentendo agli studenti di contenere la spesa per l’affitto e di godere di una migliore qualità della vita. Del resto, la presenza di sedi universitarie per una città di medie dimensioni ha un impatto positivo sul sistema economico della città: non solo attrae giovani e talenti, ma genera un ecosistema economico vivace, rendendo le città più resilienti e competitive. Si stima che la presenza di università possa contribuire intorno al 20% del PIL locale e sostenere, in una città di medie dimensioni, il 25% dell’occupazione totale”.

Al contempo, per contribuire a contenere la pressione al rialzo dei canoni, è auspicabile un intervento legislativo che promuova l’applicazione del canone concordato all’affitto di stanze a studenti universitari, attivando l’effetto calmiere sui prezzi di questa tipologia di locazioni. Da non sottovalutare, infine, l’importanza di indirizzare proprietari e inquilini a rivolgersi a professionisti del settore per la gestione dell’affitto, così da non incappare in truffe che purtroppo proliferano nelle fasi di squilibrio del mercato come quella che stiamo attraversando e, in questo senso, l’estensione della detraibilità della provvigione pagata all’agente immobiliare, già in essere per la compravendita, anche al caso della locazione, piuttosto che l’esenzione IVA sulla fattura di provvigione, rappresenterebbero a nostro avviso ottimi incentivi”.

“L’assenza di case per studenti, soprattutto nelle grandi città universitarie, è un problema reale che alimenta l’aumento dei canoni di locazione – dichiara il Presidente Nazionale Fiaip Gian Battista Baccarini. È per questo che abbiamo posto all’attenzione del legislatore due proposte orientate ad introdurre concreti benefici fiscali finalizzati da una parte ad aumentare l’offerta abitativa sul mercato, dall’altra a rendere più sostenibile il pagamento dell’affitto agevolando gli studenti sia nell’accesso alla casa che, indirettamente, nel diritto allo studio in particolare per le famiglie economicamente più deboli.”

“In pratica per tentare di risolvere la questione non si può prescindere da una sinergia tra pubblico e privato – conclude Baccarini – e in questo la funzione delle agenzie immobiliari può essere decisiva anche e soprattutto nel concordare con le amministrazioni comunali nuove forme collaborative orientate a generare una più ampia offerta di case tramite garanzie pubbliche che rassicurino tutti quei proprietari che oggi preferiscono lasciare gli immobili sfitti perché temono, a ragion veduta, i rischi connessi alla morosità”.

“Accolgo con favore le proposte attenzionate con l’impegno di vagliarle e valutarne concretamente la presentazione nel primo provvedimento normativo utile – commenta l’On Alice Buonguerrieri – ora, come emerso dall’indagine dell’Università di Ferrara, dobbiamo operare sinergicamente con le Regioni e i Comuni per rafforzare le infrastrutture facilitando la mobilità fuori sede oltre a valorizzare i dipartimenti distaccati e gli atenei universitari meno noti ma altrettanto validi e inseriti in contesti urbani con una qualità e sicurezza di vita spesso superiori. Questo Governo ha già dimostrato di avere a cuore tale delicata questione avendo canalizzato 1,2 miliardi delle risorse provenienti dal PNRR per realizzare 60mila nuovi posti letto per studenti entro il 30 giugno 2026. Inoltre – conclude l’On. Alice Buonguerrieriè stato recentemente approvato in Consiglio dei Ministri una norma che prevede procedure semplificate per trasformare i beni sequestrati alla mafia in alloggi per studenti universitari; luoghi segnati dalla criminalità diventeranno spazi dove costruire il futuro a dimostrazione del concreto impegno nel fornire risposte costanti alle esigenze degli studenti.”

 

Roma, 5 dicembre 2024

Fonte: Ufficio Stampa