Con la fiducia alla Camera e poi al Senato, il governo Conte bis ha ottenuto il via libera definitivo. Nel suo intervento a Montecitorio, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte non ha fatto un preciso riferimento all’immobiliare. Ma i protagonisti del settore sottolineano all'unisono la necessità di prestare attenzione a questo importante comparto, evidenziano anche le priorità sulle quali bisognerebbe intervenire.
Ne parla con Idealista News il Presidente Nazionale Fiaip Gian Battista Baccarini , insieme ai principali players del settore.In particolare, i riflettori sono puntati sul disinnesco dell’aumento Iva, sulla riduzione e sul riordino del carico fiscale che grava sugli immobili, sulla cedolare secca sugli affitti abitativi a canone concordato e su quella per le locazioni dei negozi, sugli incentivi fiscali per gli interventi sugli immobili, sulla revisione del regime tributario delle società immobiliari, sulla lotta al contrasto dell’abusivismo, sulla riqualificazione urbana.
Ecco quanto dichiarato dal Presidente Nazionale Fiaip Gian Battista Baccarini:
“Riteniamo che il governo debba attuare un piano nazionale sull’immobiliare che preveda una riforma organica della fiscalità nel settore immobiliare, sia in termini di riduzione che di riordino; una riforma sulle locazioni, che preveda una redditività certa e una facilitazione al reintegro del possesso; una strategia nazionale sulle città, cioè una strategia incentrata sull’innovazione tecnologia, sulla sostenibilità ambientale, sull’efficientamento energetico, da attuare attraverso una visione integrata delle politiche urbanistiche che non preveda solo la politica della casa, ma anche la politica dei trasporti, della sicurezza, della tutela dell’ambiente. Questo, secondo noi, potrebbe rendere nuovamente attrattive le nostre città anche e soprattutto non solo per chi compra la casa per viverla, ma per l’investitore sia italiano che straniero.
Per quanto riguarda la riforma organica della fiscalità nel settore immobiliare, in merito alla riduzione, noi riteniamo che possa essere attuata attraverso forme di deducibilità dell’Imu e della Tasi anche per le persone fisiche e anche per il settore abitativo, cioè per gli immobili abitativi. Attualmente le forme di deducibilità sono solo per le persone giuridiche e per i fabbricati strumentali. In sostanza, il cittadino paga l’Imu e la Tasi al Comune e l’anno successivo deduce dalla propria dichiarazione dei redditi questo carico fiscale. In merito al riordino della fiscalità, secondo noi devono essere unificate Tari, Tasi e Imu, prevedendo una tassa unica che sia proporzionata alla quantità e alla qualità dei servizi erogati nella città.
Nel discorso alla Camera il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha parlato di riforma fiscale, ma in termini troppo generici e soprattutto non ha mai citato la parola immobiliare, di questo siamo un po’ preoccupati. Conte ha parlato del fatto che la riforma fiscale si attuerebbe attraverso un recupero fiscale derivante da una revisione delle tax expenditures. Questo ci preoccupa un po’, perché quello che noi chiediamo è la stabilizzazione delle detrazioni fiscali, soprattutto di quelle legate alla ristrutturazione edilizia e al risparmio energetico. Non vogliamo che non si sappia quante e come sono. Sarebbe un male per il settore, che già soffre in termini soprattutto di valori di mercato.
Per quanto riguarda le locazioni, secondo noi è necessario consentire che il contratto di locazione possa essere equiparato al titolo esecutivo per facilitare il reintegro del possesso, in caso di morosità. Considerare il contratto di locazione un titolo esecutivo faciliterebbe e velocizzerebbe il tutto, consentendo al proprietario di riaffittare l’immobile a un’altra persona e all’inquilino di liberarlo e trovare un’altra casa. Si dovrebbe poi intervenire per liberalizzare la durata. Oggi ci sono durate predefinite – 4+4, 3+2, 6+6 –, la proposta è di liberalizzare la durata dei contratti consentendo ai contraenti, inquilini e proprietari, di definire in base alle singole esigenze la durata stessa. Bisognerebbe poi rendere al 10% la cedolare secca, che attualmente esiste, per tutte le tipologie di contratti di locazione. Oggi questo 10% c’è solo per il canone concordato, peraltro fino a fine anno, se infatti la nuova legge di Bilancio non lo prevederà tornerà al 15%. Secondo noi, la cedolare secca al 10% deve essere attuata per tutte le tipologie, quindi tutto l’abitativo e anche il terziario commerciale. Questo darebbe una tassazione netta, definita, più bassa, quindi una redditività certa. Questa leva, secondo noi, potrebbe portare a una riduzione dell’evasione fiscale e potrebbe favorire la tax compliance, cioè l’adesione spontanea agli obblighi tributari.
Per quanto riguarda la strategia nazionale per le città, nel discorso che il presidente del Consiglio ha pronunciato alla Camera si è fatto riferimento alla tutela dell’ambiente, quindi alla sostenibilità ambientale, alla rigenerazione urbana. Sono ottimi ragionamenti, però va data una strategia dall’alto a tutte le città. Altrimenti, se si lascia che ogni centro faccia un po’ quello che crede, si avranno città che andranno più avanti e città che rimarranno molto indietro. E il problema è che in queste ultime ci sono tanti immobili vecchi, usati, brutti, ai quali è anche difficile dare un prezzo”.
Roma, 11 settembre 2019
Fonte: Ufficio Stampa