In un articolo che compare sul quotidiano on line Il Sole 24 Ore – Casa 24 Plus intitolato “Continua l’azione degli agenti immobiliari contro la “concorrenza sleale” delle banche” si fa il punto sul rapporto tra banche ed agenzie immobiliari e sull’iter parlamentare del DDL Concorrenza. Concorrenza sleale, conflitto di interessi e trasparenza a rischio nel mercato delle compravendite. Ma soprattutto mancanza di terzietà da parte del soggetto che fa mediazione, a scapito della tutela dei consumatori. Sono questi i "capi d`accusa" che gli agenti immobiliari muovono, con sempre maggiore preoccupazione, nei confronti dei colossi del credito – del calibro di Unicredit e Intesa Sanpaolo – che hanno fatto breccia nel mondo dell`intermediazione immobiliare.
La situazione è divenuta «insostenibile», secondo le associazioni dei mediatori, con il varo da parte del Governo, negli scorsi mesi – prima – del DI 59/2016 (convertito in legge il 3 luglio), che ha introdotto il cosiddetto "patto marciano", che consente, per i finanziamenti alle imprese garantiti da bene immobile, che questo passi nella proprietà del creditore in caso di inadempimento del mutuatario protratto nel tempo; e – poi – del Dlgs 72/2016, che stabilisce la possibilità per le banche di vendere direttamente la casa (e qualunque immobile soggetto a ipoteca) senza l`obbligo di passare dall`asta giudiziaria, sempre in caso di ritardo prolungato nel saldare le rate da parte di chi ha chiesto un mutuo.
“I recenti decreti approvati dal Governo – spiega Paolo Righi, numero uno di Fiaip – permettono alle banche, tra l`altro, di diventare proprietarie dei beni immobili di chi è in ritardo con le rate del mutuo". Considerando l`ingresso di alcuni istituti di credito nella mediazione immobiliare, continua, "a breve si creerà un oligopolio che permetterà ad alcune banche, che stanno spingendo per la disintermediazione, di concedere il mutuo, espropriare l`immobile di chi è in ritardo con i pagamenti, diventarne il proprietario e venderlo tramite la propria agenzia facendosi pagare la provvigione".
Una situazione che si configura "come un chiaro conflitto di interessi – conclude Righi – e che ha portato alla presentazione in Senato di emendamenti bipartisan al Ddl concorrenza, poi bloccati dal Governo, per arginare questa deriva, che avviene, peraltro, nel silenzio più assoluto delle istituzioni di garanzia e vigilanza, come Antitrust (che ha rigettato un primo ricorso) e Banca d`Italia, interpellate con vari esposti già da più di un anno”.
Roma, 5 agosto 2016
Fonte: Ufficio Stampa