I requisiti di ruralità dei fabbricati a destinazione abitativa e di quelli non accatastati, passano sotto la lente dell’Agenzia del Territorio. Il comma 36, dell’articolo 2, del decreto legge n. 262/2006, convertito con modificazioni dalla legge 24/11/2006, n. 286, come modificato dal comma 339, dell’articolo unico, della legge 27/12/2006, n. 296 (Finanziaria 2007), dispone infatti che, facendo ricorso alle informazioni in possesso dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea), l’Agenzia del Territorio debba individuare i fabbricati iscritti in catasto terreni, per i quali siano venuti meno i requisiti di ruralità e di quelli non censiti.
L’accertamento dovrà portare alla creazione di un elenco ufficiale degli immobili irregolari o ritenuti tali che dovrà essere pubblicato nella Gazzetta Ufficiale e tenuto a disposizione, nei successivi 60 giorni, presso i comuni interessati e sul proprio sito Internet, in modo che i diretti interessati possano provvedere alla loro regolarizzazione.
La ricognizione, che in questo momento è in fase di attuazione, avviene attraverso procedure di sopralluogo, di rilevamento di ogni tipo e utilizzando ogni altro tipo di incrocio, compreso l’utilizzo di banche dati e di dati relativi alla somministrazione di servizi, quali l’erogazione dell’acqua, della luce e del gas, come chiarito dal provvedimento 9/2/2007 del direttore dell’Agenzia del territorio.
Ma cosa succede nel caso in cui l’immobile non venga più ritenuto rurale?
Fiscalmente, le nuove rendite catastali che verranno attribuite d’ufficio dopo l’accertamento varranno a tutti gli effetti, derogando le disposizioni generali, dal 10 gennaio successivo alla data cui viene fatta riferire la mancata presentazione della denuncia catastale o, in assenza di detta indicazione, dal 1 gennaio dell’anno di pubblicazione del comunicato, con conseguenze, nel primo caso e ai fini della determinazione corretta delle imposte dirette e dei tributi locali, anche per gli anni pregressi.
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