Hanno chiuso già a gennaio, prima del decreto del Governo e prima ancora che gli italiani capissero il significato della parola lockdown. Hanno accolto sin dai primi giorni dell’ anno gli annunci che arrivavano dal loro Paese e solo in questi giorni, dopo un mese dall’inizio delle riaperture in Italia, si tornano a vedere nelle loro attività commerciali e per le strade delle due città toscane dove negli anni hanno costruito due grandi ed importanti comunità. Parliamo della comunità dei cinesi di Prato ed Empoli. In queste città, dove appunto i cinesi sono ormai parte integrante del tessuto socio-economico, stabili ormai anche da tre generazioni, molti di loro erano già spariti sin dai primi giorni del 2020.
“All’inizio – spiega il presidente di Fiaip Prato Filippo Mannelli, la Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali – pensavamo che fossero rientrati in Cina per celebrare le loro festività invece soltanto dopo abbiamo capito che si erano già chiusi nelle loro case qua a Prato. Chi era partito prima del lockdown non è ancora tornato e non sappiamo se tornerà. Chi è rimasto, ed alcuni solo per mancanza di voli, fino alla scorsa settimana non lo abbiamo più visto.Anzi sappiamo che alcuni, anche adesso, vorrebbero tornare in Cina”. “Stanno riaprendo le loro attività commerciali – prosegue Mannelli – soltanto in questi giorni, a distanza di un mese dalle riaperture graduali degli italiani. Hanno sofferto molto, come noi se non di più. Soprattutto nel settore tessile dal momento che a febbraio, il mese di produzione per l’estate, non hanno ricevuto ordini per cui la loro estate, in pratica, non esiste. O comunque hanno ricevuto delle piccole commissioni che li faranno lavorare al massimo fino a luglio. E tutto questo comporta forti ripercussioni anche nel settore immobiliare dal momento che non possono permettersi di pagare gli affitti sia delle abitazioni che quelli commerciali. Anzi, in questi mesi, nei casi in cui avevano già versato la caparra hanno preferito lasciarla piuttosto che firmare il contratto di affitto. Segno evidente del periodo di incertezza che stiamo vivendo”.
“A febbraio – sottolinea Diego Calugi di Fiaip Firenze – Pistoia – ci davano degli incoscienti. Sono stati i primi a capire la reale situazione, adesso ci diffidano. Secondo loro gli italiani sono ripartiti con troppa facilità e questo frena le compravendite. Stanno ancora aspettando di capire cosa succederà”. “Ad Empoli – conclude Calugi – la comunità cinese ha da sempre fatto il passo secondo la propria gamba per cui adesso hanno rallentato. Diciamo che c’è un clima attendista, non hanno troppa fiducia negli italiani e nel nostro rispetto delle regole. Durante la quarantena erano pressoché spariti, adesso stanno ripartendo davvero con moltissima cautela. Il loro mercato immobiliare è praticamente fermo, non c’è richiesta di bazar. Quanto ai capannoni va meglio soltanto a chi ha commissioni da parte di grandi marchi. Coloro che lavorano invece per clienti più piccoli sono i più preoccupati”.
Roma, 03 Maggio 2020
Fonte: Ufficio Stampa