COMUNICATO STAMPA
Seconda edizione 2009 di Quotazioni Immobiliari, la guida strada per strada sull’andamento del mercato
Capri,
A Napoli chi vuole investire deve scommettere sul Centro storico
Condò de Satriano (Fiaip Napoli): Scongiurata la crisi del
Capri come Montecarlo: la crisi economica non tocca gli immobili dell’Isola azzurra. Nella perla del Golfo le quotazioni superano anche i 20mila euro al metro quadrato. Prezzi in tenuta in Penisola Sorrentina, con stime che la equiparano alla Costa Azzurra. Tiene bene Ischia, nonostante la recessione. E, a Napoli le valutazioni salgono al Vomero, dove, nelle zone più pregiate, i prezzi di un immobile si avvicinano sempre più a quelli di Posillipo. Ma è il Centro storico a rappresentare la vera scommessa per chi è a caccia di investimenti.
Questo, in sintesi, il quadro del mercato immobiliare a Napoli e in provincia tracciato nel nuovo numero di “Quotazioni Immobiliari”, il semestrale realizzato dal settimanale “Il Mattone” in collaborazione con le due principali associazioni provinciali di categoria, Fiaip (Federazione italiana agenti immobiliari professionali) e Fimaa (Federazione italiana mediatori agenti d’affari).
“Quotazioni Immobiliari”, diffuso in tutte le edicole di Napoli, presenta i valori medi degli immobili, quartiere per quartiere e strada per strada, rilevati negli ultimi sei mesi nel mercato immobiliare locale e calcolati grazie a un capillare e attento monitoraggio effettuato con il contributo di 110 operatori immobiliari. I valori emersi, quartiere per quartiere, sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa che si è svolta questa mattina, presso il Grand Hotel Santa Lucia di Napoli.
La fotografia dell’andamento del mercato immobiliare a Napoli e provincia, scattata da “Quotazioni Immobiliari”, individua comunque un trend generalizzato in lieve calo nel corso degli ultimi 6 mesi, con una riduzione media dei prezzi valutata intorno al 5 per cento in città e al 10 per cento in provincia.
“È stato scongiurato lo spettro di una crisi come nel 1992, quando il crollo delle transazioni fu repentino e verticale – ha spiegato Mario Condò de Satriano, presidente provinciale di Fiaip Napoli – Ora si va verso la normalizzazione del mercato. Diciassette anni fa una drammatica svalutazione della lira e un forte incremento del costo del denaro, che fece lievitare i mutui al 16 per cento, si andarono ad aggiungere alla recessione. Oggi non c’è svalutazione e il costo del denaro, anche nella fase più drammatica della crisi, non ha mai superato il 7 per cento. Pertanto, se le banche riaprissero i cordoni della borsa, tornando a finanziare le famiglie, le compravendite potrebbero aumentare rapidamente, riportandosi ai livelli del
Secondo Condò de Satriano nell’area napoletana il mercato immobiliare ha reagito bene alla recessione. “Dall’inizio della crisi si è registrato un calo complessivo del 10-15 per cento – ha spiegato il presidente provinciale di Fiaip Napoli – Rispetto agli ultimi sei mesi del 2008 i dati evidenziano in città soltanto qualche lieve flessione, a macchia di leopardo, comunque non superiore al 5 per cento”.
Stabili, invece, i prezzi nelle aree centrali e residenziali più ambite e gli immobili di pregio. Un po’ più marcato, il calo in provincia che si attesta attorno al 10 per cento. “Si tratta di numeri non drammatici, che confermano che la casa è ancora il bene rifugio per eccellenza”, ha aggiunto Condò de Satriano, secondo il quale “il vero problema, oggi, è la restrizione del credito”.
Sul tasto banche batte anche Saverio Iaccarino, presidente di Fimaa Napoli. “Anche nel settore immobiliare esiste una Italia a due velocità – ha osservato Iaccarino – Nel Mezzogiorno le banche applicano uno spread molto più alto di quello della Bce e questo non favorisce le compravendite, perché chi deve comprare casa non riesce a ottenere un mutuo con rate congrue con il proprio stipendio. Oggi, invece, le banche dovrebbero essere più vicine ai cittadini. Un qualsiasi mutuo comporta tassi del 4,5-5 per cento, ma con il tasso della Bce i cittadini dovrebbero pagare non più del 2,5 per cento”.
Parte dal degrado ambientale l’analisi di Augusto Vitale, docente di Costruzioni all’Università degli studi di Napoli Federico II, secondo il quale il mercato immobiliare napoletano risente delle carenze urbanistiche e del decadimento del patrimonio edilizio, sia pubblico che privato. “Se si vogliono affrontare i problemi che affliggono il patrimonio edilizio di Napoli e dell’area metropolitana – ha affermato Vitale – è necessario che i capitali intellettuali e le esperienze professionali uniscano i loro sforzi, attuando forme positive di collaborazione reciproca. I dipartimenti universitari possono offrire un valido contributo alla crescita del patrimonio immobiliare e di chi lo gestisce. Dal canto loro, oggi gli agenti immobiliari sono consapevoli di dover esercitare un ruolo più attivo sui problemi del degrado del patrimonio edilizio e devono perciò rifiutare il ruolo di semplici mediatori per realizzare un’azione crescente di consulenza a tutti i livelli”.
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