COMUNICATO STAMPA
Sì alle liberalizzazioni ma non per gli agenti immobiliari
La riforma concepita dal Consiglio dei Ministri solo pochi giorni fa, il cosiddetto “pacchetto” sulle liberalizzazioni, se da una parte vuole rappresentare nelle intenzioni un impulso alla dinamicità del mercato dall’altro non tiene sufficientemente conto delle drammatiche conseguenze che potrebbero derivare da uno dei ventuno provvedimenti previsti, più specificamente, quello che prevede l’eliminazione per l’iscrizione a ruolo alla Camera di Commercio per gli agenti immobiliari. In un sondaggio del 30 gennaio di IPR-Marketing sulle liberalizzazioni, se si evidenzia che la stragrande maggioranza degli italiani, l’86% appoggia l’iniziativa, si rileva tuttavia che soltanto uno dei provvedimenti, quello appunto relativo agli agenti immobiliari, è stato bocciato dagli intervistati. Le ragioni per cui è stato bocciato sono chiare a chiunque sia dotato di buon senso ed abbia un minimo di esperienza del settore immobiliare: l’obbligo dell’iscrizione al ruolo più che un inutile legaccio burocratico viene considerato come una garanzia per tutti coloro che si affidano alla mediazione di un agente, una vera e propria tutela per gli utenti, siano essi compratori o venditori. Tutto ciò ci lascia a dir poco perplessi. Ormai è chiaro che qualsiasi progetto di carattere economico che concepirà l’attuale governo sarà solo nel nome e nell’interesse del “Dio Consumatore”, il ché, se per certi versi potrebbe essere oggettivamente condivisibile in un ottica di libero mercato, nel senso che creare più concorrenza ed aumentare la possibilità di scelta per i consumatori produce ovviamente una riduzione dei prezzi, dall’altra produce turbamento ed inquietudine per le modalità in cui questa pseudo-progettualità si manifesta. Procedere a sorpresa, in maniera unilaterale, senza preventivamente ascoltare le esigenze e le istanze delle categorie interessate, trasmette soltanto arroganza, destabilizza l’equilibrio e la serenità delle singole categorie e mortifica le competenze, la professionalità ed il patrimonio di esperienze delle stesse. E’ evidente che a chi ha concepito un provvedimento di questo tipo non è e non può essere chiaro il ruolo sociale che svolge l’agente immobiliare, il quale, con tutto il rispetto per queste altre categorie, non è certamente assimilabile al tassista, il quale, tra l’altro, se toccato nel suo interesse, non esiterebbe un secondo a scioperare bloccando il