Rapporti con la politica, pratiche bancarie e tutela dei Consumatori sono gli argomenti sui quali Il Punto di Vesta, blog d’opinione su case credito e assicurazioni, ha richiesto il parere di Gian Battista Baccarini, presidente di Fiaip Emilia-Romagna.
Baccarini, n. 1 Fiaip Emilia Romagna: “Introdurre tecnologie nuove e sostenibili, per svecchiare il patrimonio immobiliare e favorire gli investimenti”
Gian Battista Baccarini, 40 anni tra due giorni, è il presidente regionale Fiaip
E’ un Baccarini a tutto campo quello che, con la sua consueta cortesia e chiarezza, risponde a tre quesiti di stretta attualità, che vanno dal voto regionale di domenica scorsa fino all’articolo di copertina di Casa Plus 24 (inserto del Sole 24 Ore), dove si spiega come le banche si siano date all’intermediazione immobiliare.
Presidente, domenica ci sono tenute le elezioni in Emilia Romagna: quali sono le istanze che, come Fiaip, metterete sul tavolo del nuovo Governo regionale?
“Buongiorno Alessandro, desidero innanzitutto ringraziarla per l’opportunità che concede a Fiaip di condividere con i lettori del suo blog, davvero interessante e ricco di contenuti attuali, la visione della Federazione sul mercato immobiliare e gli strumenti per il rilancio dell’economia italiana. Per quanto riguarda la sua domanda, Fiaip stimola un confronto costruttivo con tutte le forze politiche, mettendo volentieri a disposizione il proprio know-how per ricercare provvedimenti efficaci. Con il proposito di dare continuità ad un’azione inclusiva nella quale crediamo fortemente, chiederemo di intensificare le occasioni di coinvolgimento e concertazione sui provvedimenti in materia edilizia-urbanistica ed attinenti al settore immobiliare, al fine di dare un fattivo contributo alla sospirata ripresa. Al di là di questa valutazione per così dire “di metodo”, vorremmo focalizzare l’attenzione delle Istituzioni sull’opportunità di lavorare insieme per un proficuo utilizzo dei fondi strutturali europei, che possono favorire l’attuazione di interventi di rinnovamento e adeguamento del nostro vetusto patrimonio immobiliare, introducendo nella filiera immobiliare tecnologie nuove e sostenibili (penso al risparmio energetico, ad esempio), rendendo così più attraente, agli occhi dell’investitore italiano e straniero, l’acquisto di unità immobiliari. Parallelamente a questo sviluppo, non dobbiamo trascurare l’importanza di introdurre incentivi fiscali a favore di chi recupera il patrimonio edilizio esistente, permettendo l’aumento delle cubature costruibili sui terreni oggetto di demolizione di edifici preesistenti. Un’ultima istanza, non meno importante, riguarda la riduzione della pressione fiscale sul bene ‘casa’, che in questi ultimi tempi è diventata la più alta d’Europa e tra i paesi dell’OCSE”.
Ha sicuramente letto l’articolo di giovedì su Casa 24 Plus (clicca qui per leggere la versione online), nel quale si evidenza come, ormai da anni, la quota di compravendite intermediate dalle agenzie immobiliari sia appena del 45%: non crede che la rabbia dei suoi colleghi sia dettata anche dalla paura che le banche riescano in ciò in cui le agenzie hanno sempre fallito, cioè alzare questa percentuale e portarla finalmente su livelli europei?
“Le ricerche di mercato rivelano un apprezzamento crescente da parte dei cittadini nei confronti delle attività di mediazione immobiliare delle agenzie: nei due anni 2012/2013, lo certifica un’indagine di Tecnoborsa, il 62,3% di chi ha messo in vendita una casa lo ha fatto rivolgendosi a dei professionisti del settore. Questo ci dice che rimane forte il bisogno di affidarsi a chi lavora abitualmente e sa muoversi in un mercato che può essere fonte allo stesso tempo di opportunità ed insidie.
D’altro canto, i numeri da lei citati ci stimolano a crescere professionalmente e ad insistere con forza sulla strada degli standard di servizio (in primis il controllo documentale preventivo), per fare in modo che al cittadino sia ben chiara la differenza tra chi esercita la professione di Agente Immobiliare (con la “a” maiuscola) con serietà e chi lo fa senza possederne i requisiti. Da imprenditore che deve avere a cuore soprattutto la soddisfazione del proprio cliente, ritengo che la concorrenza – quella leale e regolamentata – debba essere sempre ben accetta, perché ci invita a fare meglio, a beneficio dell’intera comunità. Può dirsi corretto l’atteggiamento di una banca creditrice che, di fronte ad un cliente in procinto di rinnovare un affidamento o in difficoltà con le rate del mutuo, lo indirizza verso una particolare agenzia per la vendita del proprio immobile, a maggior ragione se la banca è essa stessa proprietaria di quella agenzia immobiliare? Alle possibili conseguenze determinate da questa mancanza di equilibrio, aggiungerei anche la considerazione che in questa fattispecie viene calpestato quel principio normativo di terzietà/indipendenza che deve invece contraddistinguere l’operato dell’agenzia immobiliare”.
Nello stesso articolo, il presidente Righi attacca duramente le banche e parla di concorrenza sleale, però d’altra parte – tramite Auxilia Finance – con quelle banche (vedi BNL e Unicredit) ci fa business quotidianamente: non le pare un’incongruenza?
Auxilia Finance è una delle più innovative società di mediazione creditizia nel panorama italiano e probabilmente la più attenta – essendo la società di proprietà di Fiaip – al rapporto professionale con il partner immobiliare e con il suo cliente. Mi fa inoltre piacere ricordare ai neodiplomati o neolaureati in cerca di occupazione, approfittando della sua ospitalità, che la società ricerca attualmente circa trecento nuove risorse, alle quali propone un percorso formativo propedeutico all’inserimento nell’organico aziendale. Non ritengo che il presidente Righi abbia attaccato duramente le banche e non ho colto nelle sue parole elementi di incongruenza: al contrario, ritengo che Fiaip non sia venuta meno al proprio dovere di sindacato, che è anche quello di tutelare tanto gli operatori quanto soprattutto gli utenti/consumatori, denunciando un certo modo di “fare banca” che configura un pericoloso conflitto di interessi, laddove gli istituti di credito costituiscono delle società di intermediazione in un settore, come quello immobiliare, dove l’indebitamento – e con esso la posizione di forza che essi possono esercitare sulle famiglie in difficoltà – è fortemente radicato”.
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