Cari associati,
la calma domenicale mi consente di raccogliere le idee per riportarvi il senso di una riflessione politica in margine al Consiglio nazionale della scorsa settimana. Profittando di un buco mattutino di un paio d’ore prima dell’inizio lavori, mentre l’Urbe era flagellata da piogge alluvionali, mi sono recato alla biblioteca del Senato per delle ricerche documentali sulla storia dei movimenti politici extraparlamentari e terroristici nella ns provincia, a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta. Questo lavoro ha innescato una riflessione sui rapporti tra sinistra, potere e denaro, da sempre problematici. Tutti abbiamo sottomano esempi di eroici rivoluzionari che hanno prontamente rinnegato l’eskimo della stagione eversiva, e sono usciti dalle patrie galere per indossare il doppiopetto dell’imprenditore di successo. Questo fa parte della miseria dell’animo umano, o forse solo della capacità delle persone di evolversi e adattarsi all’ambiente nel corso della loro storia individuale. Quello che più preoccupa è invece constatare come l’azione politica della sinistra, oggi al governo, vada a braccetto con gli interessi delle grandi imprese, dei gruppi e delle organizzazioni economicamente più potenti. Vengo al dunque – e mi riferisco proprio alla ns professione – in riferimento al ddl Bersani in discussione in Parlamento, che prevede l’abrogazione del Ruolo agenti immobiliari tenuto dalle Camere di commercio. La Fiaip, unica associazione di categoria politicamente attiva, si sta battendo strenuamente per il mantenimento del Ruolo e, in subordine, per la conservazione dei requisiti professionali richiesti per esercitare la professione di agente immobiliare: diploma di scuola media superiore, corso abilitante ed esame finale. Si pensa anche ad un canale alternativo costituito da un anno di praticantato professionalizzante (cioè retribuito), seguito sempre da un esame di verifica delle acquisite capacità professionali. I politici di ambo gli schieramenti da noi interpellati, e gli stessi tecnici ministeriali, ci danno ragione e sostengono la ns campagna lobbistica, che va soprattutto a sostegno degli interessi del cittadino-consumatore, il quale non può rischiare di affidare i risparmi di una vita ad uno pseudo – professionista improvvisato e dequalificato. Ci auguriamo sia stato debellato il rischio, non solo teorico, che questo encomiabile lavoro venga vanificato da un’approvazione blindata del ddl Bersani, ventilata dallo stesso ministro, in tutta fretta e in coda alla Finanziaria. In tal caso si avrebbe la pura e semplice abolizione del Ruolo, senza una rielaborazione della ns legge professionale, e i giuristi ci informano che sarebbero a rischio gli stessi requisiti professionali, che la L. 39/89 attualmente lega proprio all’iscrizione al Ruolo camerale. Morto il Ruolo, insomma, cesserebbe anche l’obbligatorietà dei requisiti per l’iscrizione allo stesso. Certo si potrebbe poi sempre correre ai ripari mettendo mano ad una riforma della ns legge professionale, ma intanto la vacatio legis avrebbe prodotto i danni di una vera e propria deregolamentazione selvaggia. Inutile precisare che di questa indiscriminata apertura dei cancelli si avvantaggerebbero le grandi centrali dell’intermediazione immobiliare, sempre a caccia di nuove braccia dequalificate, o meglio dita veloci sulle pulsantiere dei campanelli. Si tratta di gruppi che mettono a budget grandi cifre per ottenere i loro scopi. Ci auguriamo che il progetto del ministro Bersani non vada proprio nella direzione di una deregulation come quella che è stata recentemente introdotta in Spagna, dove oggi chiunque può fare l’agente immobiliare. E sapete come è finita nel Paese della corrida? Che ad un’apertura selva