FIAIP: A Torino il mattone paga dazio al lockdown

Fiaip Torino: "Basta alle dicriminazioni nei condomini"
 

Portinaro (Fiaip): “E’ normale, visto che per due mesi siamo stati chiusi in casa, ma i prezzi hanno tenuto. C’è più preoccupazione per gli affitti, senza studenti e trasfertisti”

Un quarto di compravendite in meno (fino al 25%) a causa delle regole di precauzione anti Covid che hanno costretto le persone a rimanere chiuse in casa. E’ questo l’effetto più evidente del lockdown sul 2020 del mercato immobiliare torinese, secondo le stime dell’Ufficio studi di Fiaip. “Un calo importante, ma che riflette bene il fatto che per almeno due mesi le persone non hanno potuto muoversi di casa e dunque era impossibile concludere accordi“, sottolinea Luca Portinaro, responsabile dell’Osservatorio immobiliare di Fiaip Torino al quotidiano TorinoOggi.

Ciò che consola, dovendo fare un bilancio di un anno senza precedenti, è che però i prezzi hanno sostanzialmente tenuto. Il calo, se c’è stato, non si è spinto oltre un paio di punti percentuali. “A rendere il tutto più complicato, poi, ci sono state anche le procedure notarili e bancarie che ovviamente sono rimaste ingolfate e anche laddove ci fossero stati degli interessi, tutto è stato reso più complicato“. Un percorso a ostacoli che è arrivato in un momento già non florido, per il mercato del mattone, “ma con Torino – dice Portinaro – che era comunque la terza città in Italia per compravendite dopo Milano e Roma“.

Trovandosi costretti a stare in casa, però, anche le preferenze di chi cerca casa si sono modificati. “Rispetto al passato, due tendenze in particolare si sono mostrate in maniera evidente in questi ultimi mesi. Da un lato, se prima dominavano le domande di bilocali e trilocali, adesso chi compra vuole una stanza in più, per assecondare le necessità di smart working. Dunque tornano di attualità metrature più ampie, un tempo quasi fuori mercato, oltre i 100 metri quadri e dunque che hanno spostato l’asticella dal bilocale al trilocale, dal trilocale alle quattro stanze e così via, a salire. Inoltre, laddove è possibile, si cercano anche cortili, terrazzi o pezzi di giardino. E si è tornata a cercare una sistemazioni prima meno ricercate come collina e precollina“, dice ancora Portinaro.

Ma se il mercato immobiliare si è modificato nelle compravendite, il periodo del lockdown ha avuto il suo influsso anche per quanto riguarda gli affitti. Il primo elemento, più evidente, è stato il crollo di presenze in città tra studenti fuori sede e lavoratori in trasferta. “Si è perso circa il 5% della popolazione cittadina – dicono ancora da Fiaip – e questo ha influito su un mercato degli affitti, brevi soprattutto, che prima trovava grande incrocio tra domanda e offerta. Solo gli studenti sono 30-40mila in meno, visto che le lezioni non si sono più svolte in presenza, ma è l’intera tipologia di affitto che non ha più trovato risposte. E così, se in un caso su dieci il proprietario ha deciso di vendere, almeno nel 50% dei casi l’alloggio è rimasto vuoto, in attesa di tempi migliori, mentre la parte rimanente ha deciso di trasformare l’affitto da breve a lungo termine, dunque con accordi di 4+4 o di 3+2. Questo ha portato a un surplus di offerta che ha privilegiato la qualità, oppure il prezzo più conveniente“.

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